venerdì 6 novembre 2009

Geotrmia Italiana in Serbia

Il Consorzio Sviluppo Geotermia (Co.Svi.G), con la collaborazione del Centro Internazionale per il Trasferimento dell'Innovazione Tecnologica (CITT) e il Centro di Eccellenza di Larderello per la Geotermia (CEGL), ha avviato un percorso progettuale in collaborazione con la Camera di Commercia di Leskovac, in Serbia, dando inizio ad una prima esperienza di cooperazione transnazionale con la Serbia. In un'intervista per "Geotermia News" Loredana Torsello, responsabile del CITT di Monterotondo, spiega come è stato avviato un percorso di scambio e collaborazione volto a supportare i processi di valorizzazione e sviluppo delle risorse energetiche dei Distretti di Jablanica e Pcinja, in particolare, biomassa legnosa e fluidi geotermici, di cui la regione della Serbia Meridionale è particolarmente ricca. "Dal punto di vista delle potenzialità energetiche - afferma Loredana Torsella - la situazione è molto interessante, ma ancora confusa. Le prime informazioni raccolte consentono di ipotizzare almeno due tipologie di approvvigionamento energetico per questa regione della Serbia : biomassa e geotermia. Da un lato, sono evidenti le enormi risorse di biomassa forestale che caratterizza l’area. Parliamo di legname che viene utilizzato sia per l’esportazione e sia per alimentare la filiera del mobile", aggiunge. Per quanto riguarda invece la risorsa geotermica, essa appare del tutto sottoutilizzata, come rilevato nel corso della precedente missione esplorativa - in linea di principio, l’utilizzo a fini energetici, termici e/o elettrici, appare la strategia migliore da affiancare agli sviluppi del termalismo che in Serbia ha tradizioni lontane. Per i primi sviluppi di questo progetto di cooperazione, la Torsello spiega che occorrerà attivare un canale diretto con le municipalità che detengono i 3 principali giacimenti geotermici noti, proponendo la formula imprenditoriale dei “consorzi” per la gestione comune dei territori e delle risorse possedute. Il Co.Svi.G. e il Distretto delle Energie Rinnovabili toscano metterà a disposizione le proprie esperienza nel settore, poiché sono state considerate best practices da analizzare ed eventualmente trasferire anche nel settore giuridico, amministrativo e istituzionale, al fine di realizzare un consorzio di comuni ed enti dei territori geotermici. "Gli scambi di informazioni e i contatti - culminati con la visita del Presidente della Camera di Commercio di Leskovac, Goran Jovic, a Monterotondo Marittimo lo scorso agosto - hanno consentito di specificare meglio l’interesse reciproco - piega la Torsello - si è avviato un itinerario finalizzato alla sottoscrizione di un Protocollo di intesa fra Co.Svi.G, Icaro s.r.l., la Camera di Commercio di Leskovac e alcune delle municipalità dei Distretti di Jablanica e Pcinja per intraprendere un percorso di sviluppo socio economico comprensivo di una valorizzazione strategica delle risorse energetiche rinnovabili e in particolare di quelle geotermiche che caratterizzano i loro territori, al fine di favorire uno sviluppo sociale ed economico di tipo eco-compatibile e sostenibile".




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mercoledì 14 ottobre 2009

Palestra di arrampicata a Mantova

E' prevista per i primi di dicembre l'apertura di un nuovo centro sportivo dedicato all'arrampicata alle porte di Mantova, esattamente a Levata di Curtatone a due passi dalla Metro, in Via Guareschi, una traversa di via Caduti sul Lavoro, per chi arriva col navigatore.
Le peculiarità di questo impianto sportivo sono molteplici. Non solo uno dei centri di arrampicata sportiva tra i più grandi d'Italia, ma un ambiente stimolante ricco di attività ed iniziative.
Il centro di arrampicata sportiva MyWall è il primo centro di arrampicata in Italia ad emissioni zero!
Con un fabbisogno di energia primaria inferiore a 5,5 kWh/m3 anno, la palestra rientra in classe A. Questo risultato è stato raggiunto mediante una serie di accorgimenti e di scelte sia di natura edilizia che impiantistica.
Alto isolamento dell'involucro realizzato con pannelli di cemento cellulare autoclavato, finestre termoisolanti, assenza di ponti termici.

I fabbisogni termofrigoriferi dell'edificio sono soddisfatti da un impianto geotermico a sonde verticali da 18 sonde, il più grande della provincia di Mantova. I fabbisogni elettrici invece sono coperti da un impianto fotovoltaico integrato sul tetto dell'edificio.
Il risparmio conseguito in termini di CO2 non emessa ammonta a 48.000 kg/anno.
Grazie a questi accorgimenti il centro MyWall è un centro sportivo autosufficiente dal punto di vista energetico, una novità assoluta nel panorama italiano e un esempio di efficienza a livello internazionale.
Le sale di arrampicata
Con una superficie arrampicabile totale di quasi 1000 mq e più di 5000 prese d'arrampicata, My Wall si pone come centro di arrampicata di assoluto rilievo nel panorama nazionale.Nella zona arramnpicata sarà sempre presente un istruttore federale F.A.S.I. (Federazione Arrampicata Sportiva Italiana).La sala corda sarà alta 15 m, con uno sviluppo delle vie ben oltre i 20 m, con 29 catene e vie di tutte le difficoltà percorribili in completa sicurezza.
L'organizzazione del centro
Il centro MyWall si pone nel panorama italiano come uno dei centri più grandi in cui poter apprendere e praticare l'arrampicata sportiva.Per questo sone previste due sale di arrampicata:La sala di arrampicata con corda, con pareti alte fino a 15 m, e vie di più di 20 m di sviluppo, 710 mq di superficie arrampicabile, 3700 prese d'arrampicata di tutte le forme, colri, dimensioni.La sala di arrampicata boulder, con pareti alte fino a 5 m e cadute protette da un materassone di 60 cm di spessore, 270 mq di superficie arrampicabile, 1500 prese.
Ma all'interno del centro non c'è solo l'arrampicata!
Chi ama praticare le attività all’aria aperta e più in generale il movimento può trovare un ambiente stimolante e ricco di iniziative.

Per questo motivo sono stati previsti numerosi spazi, oltre alle sale di arrampicata:
Un negozio specializzato in articoli sportivi per la montagna e le attività all’aria aperta, gestito da un’azienda leader europea nel settore: Vertical World Sport.
La possibilità di partecipare alle attività di Friends of Arco, agenzia di guide alpine di Arco (TN) specializzata in canyoning, trekking, sci alpinismo, vie ferrate e tante altre opportunità.
Una zona video nella quale saranno proiettati i migliori video di arrampicata e montagna.
Un’area ricreativa in cui non solo potersi rilassare e rifocillare, ma anche relazionare con persone che sono sulla stessa frequenza d’onda, ottenere informazioni, scambiare impressioni.
Due sale fitness nelle quali ci sarà la possibilità di svolgere corsi di ginnastica, arti marziali, e molto altro ancora, per coloro che desiderano un allenamento più generico e rilassato rispetto all’arrampicata.
Una sala wellness in cui si potrà beneficiare di sedute di fisioterapia, shiatsu, osteopatia, consulenze di esperti professionisti nel campo della salute, del benessere, delle terapie tradizionali ed alternative.
L'impegno sociale
Il centro accoglie e promuove iniziative di solidarietà per le popolazioni in difficoltà, e si ripromette di far conoscere ai suoi frequentatori tematiche come il consumo critico, la decrescita, il rispetto dell’ambiente, ecc.
Per informazioni è possibile contattare direttamente il Dr Alberto Molina al numero:
348.74.16.373



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Geotermica Saval Srl - Impianti geotermici di climatizzazione

mercoledì 1 luglio 2009

Certificazione energetica, cosa succede dal primo luglio

Fonte Casa e Clima

Il 1° luglio 2009 entra in vigore l’obbligo di redigere l’attestato di certificazione energetica per le singole unità immobiliari, anche sotto i 1000 mq, vendute o affittate (sia esistenti che di nuova costruzione). La disciplina energetica degli edifici è contenuta nel d.lgs. 19 agosto 2005, n. 192 (che ha attuato la direttiva 2002/91/CE). I commi 3 e 4 dell’art. 6 e dei commi 8 e 9 dell’art. 15 del d.lgs. 192/2005 prevedevano l’obbligo di allegazione dell’AQE, Attestato di Qualificazione Energetica, o dell'ACE, Attestato di Certificazione Energetica agli atti di trasferimento a titolo oneroso (e la messa a disposizione nel caso di locazione) e le rispettive sanzioni di nullità.
Tale normativa è stata successivamente modificata dal d.lgs. 29 dicembre 2006, n. 311 e da ultimo dal d.l. 112/2008 convertito in legge 6 agosto 2008 n. 133 che con l'art. 35 comma 2 bis a firma Calderoli, che sanciva l'abrogazione con effetto immediato dell'allegazione nell'atto di trasferimento a titolo oneroso abrogando i sopra citati commi 3 e 4 dell’art. 6 e dei commi 8 e 9 dell’art. 15 del d.lgs. 192/2005. Ma la legge 133, nata per semplificare la questione, invece l'ha ingarbugliata. Salta sì, a livello nazionale, l'obbligo di allegazione, ma è rimasto quello di dotare l'edificio del certificato.

La mancata garanzia della consegna all'acquirente o locatario dell'attestato di certificazione ha fatto scattare da parte della Commissione la richiesta di chiarimenti e la messa in mora supplementare (per fatti aggiunti) dell'Italia, che ora dovrà fornire risposta alle osservazioni della Commissione entro il prossimo 25 luglio, a meno che chieda, con specifica motivazione, una proroga. Entro il 4 gennaio 2009 l'Italia avrebbe dovuto conformarsi integralmente a quanto stabilito dal citato art. 7, secondo il quale “gli Stati membri provvedono a che, in fase di costruzione, compravendita o locazione di un edificio, l'attestato di certificazione sia messo a disposizione del proprietario o che questi lo metta a disposizione del futuro acquirente o locatario, a seconda dei casi”.
ACE o AQE?Quanto la faccenda sia complessa è presto detto. Ancora non si può parlare di Attestato di certificazione energetica perché tutt'ora mancano le Linee Guida nazionali alla certificazione. Non sono infatti contenute nel recente decreto presidenziale n. 59 recante Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia, in GU n. 132 del 10-6-2009, in vigore dal 25 giugno si pronuncia sull'adozione della metodologia di calcolo basata sulle Uni TS 11300, già definita dal Cdm del 31 maggio 2008, dl 115/08
Quindi, fino all’entrata in vigore delle Linee Guida nazionali, per le regioni che non hanno legiferato in materia* (Veneto, Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Sardegna e Sicilia), l’attestato di certificazione energetica è sostituito dall’attestato di qualificazione energetica, redatto dal direttore dei lavori e presentato al Comune di competenza contestualmente alla dichiarazione di fine lavori.
Cosa accade dal 1° luglio 2009?
Per mettere chiarezza in un ambito tanto controverso è recentemente intervenuto uno studio Studio n. 334-2009/C del Consiglio Superiore del Notariato che suggerisce le linee di comportamento dei notai in relazione dell'allegazione dell'ACE o AQE al rogito.
A partire dal 1° luglio 2009 tutti gli immobili devono essere dotati dell’attestato di certificazione energetica, così come previsto all’art. 6 del decreto. Fino alla data di entrata in vigore delle Linee guida nazionali l’attestato ACE è sostituito a tutti gli effetti dall’Attestato di Qualificazione Energetica (AQE). L’obbligo di dotazione riferito agli immobili di nuova costruzione, o che abbiano subito interventi di ristrutturazione c.d. importante, grava in capo al costruttore, per tutti gli altri edifici l’obbligo di dotazione è previsto in capo al venditore.
Restano confermate le eccezioni di cui all’art. 3 comma 3, per il quale si intendono esclusi dalla disciplina del decreto le seguenti tipologie immobiliari: gli immobili ricadente nel codice dei beni culturali e del paesaggio; i fabbricati industriali, artigianali e agricoli non residenziali quando gli ambienti sono riscaldati per esigenze del processo produttivo o utilizzando reflui energetici del processo produttivo non altrimenti utilizzabili; i fabbricati isolati con una superficie utile totale inferiore a 50 metri quadrati.
Dal 1° luglio 2009 non è più possibile distinguere tra “vecchi” e “nuovi” immobili essendosi reso indistinguibile per tutti gli edifici l’obbligo di dotazione. Resta alle parti la possibilità di disciplinare convenzionalmente, come appresso specificato, le modalità di assolvimento dell’obbligo di dotazione del documento AQE nonché della sua consegna.
Secondo i Notai, l'obbligo di dotare il fabbricato dell'attestato di qualificazione energetica, pur essendo previsto dalla legge in capo al venditore ovvero al costruttore, può essere assunto dall'acquirente in forza di una specifica pattuizione, alla quale le parti, adeguatamente informate e valutati i propri interessi concreti, potranno addivenire nel rogito notarile. Ne consegue che l'immobile può essere dotato dell AQE anche dopo il rogito.
Da queste indicazione emerge il dovere del Notaio di informare adeguatamente le parti sulla normativa relativa al risparmio energetico degli edifici e sull'obbligo di attribuire ad ogni fabbricato una classe energetica. Quanto al diverso obbligo di consegna, il notaio informerà le parti che nessuna prescrizione in tal senso, da adempiere in sede di trasferimento, è posto dal decreto in capo alle stesse.
Con riferimento ai “vecchi” edifici, potendo semmai l’alienante essere obbligato alla consegna dei documenti relativi all’“uso” della cosa, detto obbligo, è ritenuto pacificamente derogabile per volontà espressa delle parti. Si rammenta, in particolare, che per gli edifici realizzati o ristrutturati in forza di permesso di costruire o DIA, rispettivamente richiesto e presentata in un periodo compreso tra l’8 ottobre 2005 ed il 31 dicembre 2008, la certificazione energetica condiziona l’efficacia della dichiarazione di fine lavori (art. 8 co. 2 del decreto); inoltre, in base all’art. 2 co. 282 l. 244/2007 (legge finanziaria per l’anno 2008) la certificazione energetica è elemento che subordina il rilascio del certificato di agibilità.Sanzioni
Va ricordato infine che l’unica sanzione specifica attinente al mancato assolvimento dell’obbligo di dotazione è quella di cui all’art. 15 co. 7 del decreto, per la quale il costruttore che non consegni al proprietario contestualmente all’immobile (secondo le tipologie di cui all’art. 6 co. 1) l’originale della certificazione energetica è punito con la sanzione pecuniaria amministrativa non inferiore a 5000 euro e non superiore a 30000 euro. E quindi ammettendo indirettamente che potendo la consegna dell’immobile precedere o seguire il rogito di compravendita, la consegna dell’AQE potrebbe non coincidere con il momento della stipulazione.
Il dispositivo della regione Lombardia
Ancora una volta la regione Lombardia ha fatto un passo in avanti, e in base a quanto anticipato dal Notaio Chiodi, - intervenuto al convegno Next Energy, tenutosi al politecnico di Milano ed organizzato da MCE Expocomfot -, che ha partecipato alla redazione della DGR, sarà di prossima pubblicazione una legge regionale che definirà le sanzioni cui incorreranno i venditori che non ottempereranno all'obbligo di allegazione. Non solo, anche i notai, qualora ricevessero un atto che per qualche fattispecie fosse sprovvisto del certificato, sarebbero tenuti a trasmettere telematicamente al Cestec l'atto di trasferimento entro 15 gg.
Cosa accade in sede di rogito notarile
Fermo restando quanto sopra precisato sull’obbligo di informazione, e sull’eventuale documentazione di essa all'interno dell'atto, in sede di contrattazione al notaio potrebbero presentarsi i seguenti casi che, secondo il Consiglio Superiore del Notariato possono essere così disciplinati:
1) l’immobile è dotato della certificazione energetica. In tale ipotesi la parte alienante potrebbe:
a) consegnare l’AQE all’acquirente;
b) non consegnare l’AQE all’acquirente perché già consegnato prima dell’atto, oppure perché la parte alienante si impegnerà ad eseguire la consegna. In caso di edificio di nuova costruzione il notaio informerà della sanzione amministrativa prevista dall’art. 15 co. 7 del decreto;
2) l’immobile non è dotato della certificazione energetica. In tale ipotesi (nella quale ricade anche quella in cui le parti dichiarano di non sapere se l’immobile sia dotato dell’AQE) le parti, compiutamente informate dal notaio, saranno da quest’ultimo sollecitate a regolamentare su chi gravi l’obbligo di dotare l’edificio dell’AQE. Tale pattuizione non è di ostacolo alla sanzione amministrativa di cui all’art. 15 co. 7 in capo al costruttore, destinata comunque a perseguire il comportamento di quest’ultimo se si è pattuito di accollare al compratore l’obbligo di dotazione. Rispetto a questa ipotesi si può quindi distinguersi tra:
a) Trasferimento di un “vecchio” edificio: in tale caso, pur non essendo sanzionata dal decreto la mancata dotazione della certificazione energetica, il notaio avvertirà le parti del mancato rispetto dell’art. 6 comma 1 bis, invitandole a disciplinare come regolare l’obbligo, che potrebbe restare in capo al venditore come per legge (art. 6 co. 1 bis) - prevedendosi eventualmente (con valutazione da compiere caso per caso, in base alla volontà espressa dalle parti) anche le sanzioni di tipo contrattuale a carico del venditore inadempiente - ovvero, spostarsi in capo al compratore.
b) Trasferimento di edificio nuovo ovvero soggetto a ristrutturazione c.d. importante ex art. 3 co. 2 lett. a) del decreto: anche in questa ipotesi vale quanto detto sopra compresa la possibilità di pattuire liberamente a carico di chi graverà l’obbligo della dotazione della certificazione. In tale ipotesi, inoltre, il notaio rammenterà al costruttore la sanzione a suo carico di cui all’art 15 co. 7 del decreto.
Va segnalata l’importanza di una completa informazione del notaio a favore delle parti in sede di contrattazione di nuovi edifici o integralmente ristrutturati, evidenziandosi come in determinate ipotesi possa apparire rilevante dar conto in atto di quanto pattuito dai contraenti. Ciò per i riflessi che ha la certificazione energetica in relazione al rilascio di altri documenti inerenti l’immobile oggetto del trasferimento.
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*Le Regioni che hanno legiferato in materia energetica sono:
1. Emilia Romagna: Delib. Ass. Legisl. 4 marzo 2008, n. 156, Approvazione atto di indirizzo e coordinamento sui requisiti di rendimento energetico e sulle procedure di certificazione energetica degli edifici (Proposta della Giunta regionale in data 16 novembre 2007, n. 1730). Pubblicata nel B.U. Emilia-Romagna 25 marzo 2008, n. 47. Inoltre, Con Delib.G.R. 28 ottobre 2008, n. 1754 sono state approvate disposizioni per la formazione del Certificatore energetico in edilizia, in attuazione della delibera n. 156.
2. Friuli-Venezia Giulia: L.R. 23-2-2007 n. 5, Riforma dell'urbanistica e disciplina dell'attività edilizia e del paesaggio. Pubblicata nel B.U. Friuli-Venezia Giulia 28 febbraio 2007, n. 9, in parte modificata dalla L.R. 21 ottobre 2008, n. 12.
3. Lazio: L.R. 27-5-2008 n. 6, Disposizioni regionali in materia di architettura sostenibile e di bioedilizia. Pubblicata nel B.U. Lazio 7 giugno 2008, n. 21, che prevede all’art. 9 una Certificazione di sostenibilità degli interventi di bioedilizia, che ricomprende anche i dati dell’AQE.
4. Liguria: L.R. 29 maggio 2007, n. 22, Norme in materia di energia. Pubblicata nel B.U. Liguria 6 giugno 2007, n. 11, parte prima. In vigore dal 21 giugno 2007, parzialmente modificata da l. reg.6 giungo 2008, n. 14, cui si aggiunge anche il Reg. 8 novembre 2007, n. 6 (Pubblicato nel B.U. Liguria 28 novembre 2007, n. 19, parte prima), Regolamento di attuazione dell'articolo 29 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 22: (Norme in materia di energia), in vigore dal 13 dicembre 2007. Sulla L.R. 22/2007 è intervenuta la L.R. 24 novembre 2008, n. 42. Il regolamento 6/2007 è stato sostituito dal Regolamento Regionale 22 gennaio 2009 n. 1 (pubblicato nel B.U. Liguria del 4 febbraio 2009 n. 2), di attuazione dell’articolo 29 della legge regionale 29 maggio 2007 n. 22.
5. Piemonte: L.R. 28 maggio 2007, n. 13, Disposizioni in materia di rendimento energetico nell'edilizia. Pubblicata nel B.U. Piemonte 31 maggio 2007, n. 22.
6. Puglia: L.R. 10-6-2008 n. 13, Norme per l'abitare sostenibile. Pubblicata nel B.U. Puglia 13 giugno 2008, n. 93, che all’art. 9 prevede una Certificazione di sostenibilità degli edifici. Inoltre, va tenuto in considerazione anche Reg. 27 settembre 2007, n. 24 (Pubblicato nel B.U. Puglia 28 settembre 2007, n. 138), Regolamento per l'attuazione del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, modificato dal decreto legislativo 29 dicembre 2006, n. 311, in materia di esercizio, controllo e manutenzione, ispezione degli impianti termici e di climatizzazione del territorio regionale.
7. Valle d’Aosta: Legge regionale 18 aprile 2008, n. 21, Disposizioni in materia di rendimento energetico nell'edilizia. (B.U. 8 luglio 2008, n. 28).
8. Lombardia: Delibera Giunta regionale del 22 dicembre 2008 n. 8745 in tema di efficienza energetica nell’edilizia, approvata dalla Giunta Regionale Lombarda nell'ultima seduta prima della pausa natalizia: in tale delibera vengono aggiornate le “Disposizioni inerenti all'efficienza energetica in edilizia” approvate con la D.G.R. n. 5018/2007, modificata ed integrata dalla D.G.R. n. 5773/2007.


martedì 23 giugno 2009

Impianto geotermico in centro a Firenze

fonte Moda In

Replay si veste di verde
Una moda che "alza il pollice verde" a favore dell'ambiente, quella di Replay. Il marchio si "ri-genera" con un nuovo e forte impegno a favore dell' ecosostenibilità, coinvolgendo tutti i campi d'azione, dal prodotto al retail. Come nel restyling del nuovo store fiorentino

RE-generation: questo è il nome dell'operazione che Replay ha intrapreso e presentato alla 76° edizione di Pitti Immagine Uomo. Un'innovativa strategia aziendale che si propone come azione volta al rispetto e alla salvaguardia dell'ambiente coinvolgendo tutti gli ambiti aziendali. Dalla realizzazione del prodotto a quella degli store infatti, Replay si propone di investire sulla ricerca e sulle tecniche più innovative nel campo dei sistemi eco-sostenibili. "Replay ha da sempre preso a cuore il problema della salvaguardia ambientale, - ha affermato Gaetano Sallorenzo, amministratore delegato dell'azienda - e questo si configura come un nuovo impegno, ancora maggiore, per cercare di creare un prodotto di qualità, che però rispetti l'ambiente e cerchi, sopratutto a livello di produzione, di limitare il consumo di energia." E' infatti con Just add water, la capsule collection presentata in occasione della manifestazione fiorentina, che Replay presenta una selezione di prodotti, in commercio dal prossimo settembre, per la realizzazione dei quali sono state applicate nuove tecniche volte al minor dispendio idrico possibile per il trattamento della linea denim. La nuova filosofia aziendale prende così il via anche sul piano del design con l'inaugurazione del nuovo Replay store a Firenze, il nuovo spazio inaugurato oggi in Via de' Pecori e commissionato da Replay agli architetti Roberto Baccioni, Simona Bianchi e al designer Nicola Pecchioli di Studio10: 250 mq situati in pieno centro fiorentino, completamente rinnovati all'insegna dell'eco-compatibilità. Il nuovo spazio di vendita vuole così distanziarsi dal ruolo di semplice contenitore, acquistando un'immagine innovativa, che utilizza logiche volte al totale risparmio energetico, sia sul piano quantitativo che su quello estetico: l'utilizzo dei led per l'illuminazione, l'areazione gestita da un sistema di ventilatori sparsi in tutto il negozio e il pavimento a pannelli radianti alimentati da un impianto geotermico, questi gli innovativi sistemi che fanno del nuovo spazio un reale luogo di salvaguardia ambientale applicata al mondo della moda. Questo "tuffo nel verde" firmato Replay ha coinvolto inoltre anche altri campi, attraverso i quali l'azienda promuove il proprio rinnovamento positivo puntando sui rapporti tra arte, materia e impatto sui sensi. "Pastis 26 RE-GENERATION", questo è il nome del progetto prodotto da Replay e supportato da Pitti Immagine: nello stand fiorentino del brand infatti, viene proiettato un video, realizzato dai due artisti italiani Marco e Saverio Lanza, che indaga il tema del "Pitti People", filo conduttore di questa 76° edizione della manifestazione fiorentina. Discorsi sul tema della rigenerazione vengono così proiettati al pubblico, che può ascoltare le voci e i pareri di volti noti e meno noti appartenenti al mondo della moda, della cultura e dello spettacolo. Questa non è però l'unica iniziativa che Replay ha avviato con il progetto di Pitti People: Il grande wall fotografico posto nel piazzale centrale della Fortezza da Basso ha infatti ospitato non solo gli scatti dei bloggers invitati per immortalare i tanti buyers e visitatori, ma anche una sezione speciale dedicata ai concetti del "re-play", e quindi del "ri-fare", del "ri-elaborare" sponsorizzata da Replay e raffigurante le stesse immagini del video prodotto dal giovane duo italiano per il noto brand di denim e abbigliamento casual. Un 2009 sicuramente ricco di iniziative per Replay, che ha coinvolto i giovani e l'ecostenibilità non solo in occasione di Pitti Immagine Uomo, ma anche sul piano del retail internazionale: sono nuovi artisti a creare installazioni temporanee all'interno dei principali flagship stores internazionali firmati Replay, che anche per quanto riguarda i punti vendita porta avanti la politica del ri-utilizzo e del riciclo, veri punti chiave della propria strategia. Un trend diffuso di stagione, quello dell' eco-fashion, che riveste però qui un ruolo di primo piano per il futuro di un'azienda che ha intrapreso questo impegno con energia ed ottimismo, nonostante il periodo di crisi attuale. "Pur avendo concluso il 2008 con una flessione del circa 6%, per il 2009 l'obiettivo è quello di confermare il nostro fatturato, puntando sopratutto sulle scarpe e gli accessori, settori al momento molto dinamici e sui quali prevediamo una crescita per la nostra azienda.", ha affermato Sallorenzo, amministratore delegato di un'azienda che genera il 20% del fatturato in Italia, e il restante 80% sulle piazze estero. "Replay è stata fin dall'inizio un'azienda molto forte sopratutto nei mercati esteri. L'Europa del Nord, con paesi come l' Olanda, la Germania e la Svezia, rimane il nostro principale punto di riferimento, registrando i più alti indici di fatturato".

domenica 21 giugno 2009

La certificazione energetica

La certificazione energetica edifici è un adempimento obbligatorio previsto dalla L. 10/91 rivista ed integrata dal d.lgs. 192/2005 e successivamente ripreso dal d.lgs. 311/06.La certificazione energetica negli edifici o negli immobili è un obbligo e consiste sostanzialmente in una certificazione (o dichiarazione), rilasciata da personale qualificato, in grado di attestare il consumo degli edifici esistenti. Attenzione non si tratta di un documento privo di contenuti o signifcato sostanzialeIl professionista che firma si assume la responsabilità di ciò che dichiara per dieci anni.Il consumo degli edifici dipende chiaramente da molti fattori quali a titolo esemplificativo e non certo esaustivo: tipo di muratura, grado di illuminazione, ore di esposizione al sole, ampiezza delle finestre, esistenza di isolamento termico nonchè dalla tipologia di impianti in esso contenuti.Produrre una certificazione energetica edifici significa quindi fare una dichiarazione che prenda in condiderazione tutti questi fattori e creare un documento complesso denominato attestato di certificazione energetica.Tutta questa procedura relativa alla certificazione energetica edifici era davvero necessaria?La risposta è sì anche se per ora solo alcune regioni, tra cui la Lombardia, l'Emilia Romagna e la Liguria hanno dato il via a questa pratica. La certificazione energetica è stata pensata per ridurre i consumi energetici a livello globale: così come si sceglieun elettrodomestico (per esempio un condizionatore) che consuma poco, in un futuro non molto lontano si sceglierà un'abitazione non solo per i diversi fattori che oggi la caratterizzano (posizione, qualità e distanza dei servizi, rumorosità, etc. etc.) ma anche sulla base del suo consumo in KW.
Con questa pratica della certificazione energetica si avranno presto vantaggi per molte categorie:
- nel settore delle costruzioni ci saranno sempre più ristrutturazioni indirizzate al contenimento della spesa energetica;
- per i professionisti si svilupperanno figure specifiche operanti nel settore energetico;
- per i cittatini tutti che avranno in mano uno strumento con il quale poter scegliere l’appartamento anche in base ai consumi e non solo in base alla finiture;
- per la Nazione tutta per la ricaduta in termini di sostenibilità energetica e ambientale dovuti al miglioramento delle prestazioni energetiche del parco edilizio.

Geotermica Saval Srl - impianti geotermici di climatizzazione

sabato 7 marzo 2009

Geotermia, il problema della salvaguardia delle falde. Le soluzioni di IKEA a Parma. Ma mancano normative condivise.

Geotermia, il problema della salvaguardia delle falde. Le soluzioni di IKEA a Parma. Ma mancano normative condivise.

Il caso dello store è stato presentato ampiamente al workshop dal titolo: “Il calore della terra: una risorsa da valorizzare. Il caso IKEA di Parma e le applicazioni più avanzate della geotermia”, organizzato dall’Agenzia Parma Energia il 6 febbraio.

“In Italia urge una normativa che disciplini le applicazioni delle tecnologie legate alla geotermia.”
E’ questo il messaggio più forte emerso dal workshop dal titolo “Il calore della terra: una risorsa da valorizzare. Il caso IKEA di Parma e le applicazioni più avanzate della geotermia”, che si è tenuto il 6 febbraio 2009 a Parma, per iniziativa dell’Agenzia Parma Energia allo scopo di approfondire tecnologie e usi della Geotermia in campo civile ed industriale, in sintonia con gli obiettivi programmatici della Comunità Europea, di cui l’Agenzia stessa è rappresentante nel Territorio di Parma.
La giornata di studio è stata dedicata la mattina al tema della ‘bassa entalpia’ (per la produzione di calore /refrigerio ad uso di climatizzazione degli ambienti) e, nel pomeriggio, si è passati all’analisi delle potenzialità legate alla così definita ‘alta entalpia’ ( che per produrre energia elettrica, sfrutta il calore di masse surriscaldate grazie alla presenza di attività idrotermale o magmatica). Per un quadro completo degli interventi si allega il programma.
L’argomento generale emerso dai confronti è stato appunto che l’Italia, in materia di normative sulla geotermia, è fanalino di coda rispetto all’Europa; in testa, troviamo Germania, Svizzera e Svezia. Il problema più spinoso è l’inquinamento delle falde acquifere che le perforazioni rischiamo di produrre.
Al workshop è stato ampiamente descritto il caso applicativo di IKEA a Parma, un progetto che è stato realizzato grazie anche alla collaborazione dell’Agenzia che ha fatto da tramite con la PA locale. Tra i primi in Italia a credere nella sostenibilità del geotermico, IKEA ha replicato l’esperienza dello store di Corsico (Milano) scegliendo di alimentare anche lo store di Parma con sonde geotermiche. “L’impianto – ha spiegato l’Ing. Sergio Giuseppini, responsabile del progetto per IKEA - è un sistema costituito da 213 geosonde chiuse a sviluppo verticale, con una potenzialità nominale di oltre 1200 kW frigoriferi e di 1200 kW termici che permetterà di risparmiare in un anno ben 2000 barili di petrolio, evitando così l’emissione di un quantitativo di CO2 paragonabile a quello “catturato” da una foresta di oltre 50.000 alberi.”
L’ Ing. Luca Tirillò, capo progetto per Ground Heat Systems International, la società che ha realizzato il sistema, ha spiegato che per evitare l’inquinamento delle falde acquifere hanno utilizzato un’apparecchiatura con tecnologia “a doppia testa di rotazione”. Una parte della macchina, la prima “testa”, appunto, disgrega il terreno, lo frantuma. Un’altra parte della macchina dopo pochi centimetri ricopre il foro ricavato con un mantello cilindrico di metallo. Questa ‘camicia metallica’ sostiene il foro e isola ermeticamente le falde, perché l’argilla che le separa vi aderisce perfettamente. Tutti i detriti finiscono nel mantello metallico e vengono spinti verso l’uscita del foro con aria compressa o acqua.
Dopo aver eliminato i detriti, si sfilano le aste interne di trivellazione in modo che rimanda solo una colonna piena di aria o acqua contenuta dall’armatura metallica.
Si inserisce la sonda geotermica e dal fondo del foro si inietta cemento. L’acqua o l’aria, meno dense del cemento, tendono a galleggiare verso l’uscita del foro che si riempie uniformemente di malta cementizia. L’ultima operazione consiste nello sfilare il rivestimento metallico del foro: per pressione naturale il cemento viene proiettato contro le pareti del foro sigillandolo ermeticamente. Viene così garantita la non comunicabilità delle falde e una buona conduttività del cemento indispensabile per l’efficienza dell’impianto.
Questa procedura tuttavia è stata contestata da Savino Basta, della Geotermica Saval Srl che è intervenuto sul tema “Principi di progettazione di impianti geotermici: metodi, costi, tempi di ritorno” proponendo altre soluzioni, alternative alla ‘macchina a due teste’ e che utilizzano la bentonite invece delle camice di rivestimento.
Di fondo manca appunto una linea guida ufficiale a tutela delle falde acquifere nelle applicazioni della geotermia.
Un gap che fa perdere all’Italia importanti opportunità. “Nonostante a Parma si siano avute diverse richieste per la realizzazione di impianti geotermici – ha infatti ammesso l’Ing. Gabriele Alifraco, Settore Ambiente Provincia di Parma- il buco normativo sulla materia ha ostacolato e tutt’ora ostacola l’applicazione di questa tecnologia”.
“Eppure - ha sottolineato Sergio Chiesa, CNR-IDPA di Milano - la geotermia è una fonte rinnovabile con tecnologia ad alta efficienza energetica. E’ disponibile 24 ore al giorno senza discontinuità e senza alcuna fluttuazione in qualsiasi condizione meteorologica, è reperibile con uniformità in qualsiasi regione del territorio e non necessita di spese di trasferimento e di sostituzione nel tempo in quanto il materiale utilizzato è chimicamente inerte e garantisce il mantenimento delle prestazioni. Nel dibattito sulla scelta delle risorse energetiche in Italia non viene analizzato a fondo il concetto di sostenibilità. Invece gli svizzeri da anni sostengono la geotermia proprio in base al principio di sostenibilità”.
In tema di normative l’Ing. Gabriele Alifraco, riflettendo su quale fosse la più corretta procedura di organizzazione per colmare la lacuna ha analizzato le normative della Regione Emilia Romagna, in particolare quelle relative alla Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA). “Manca un momento di esame congiunto del complesso delle problematiche poste dagli interventi geotermici con tutti gli Enti competenti e con i Servizi Ambiente, Energia, Programmazione. – ha lamentato Alifraco - Inoltre per tutelare le falde acquifere, a rischio di contaminazioni durante le perforazioni, sarebbe indispensabile un’autorizzazione preventiva dell’intervento allo scopo di tutelare una risorsa così indispensabile. Salvaguardare la risorsa idrica è e deve essere l’obiettivo di ogni azione in materia di geotermia. Occorre più chiarezza per tutti!”.
“In Italia – ha aggiunto Sergio Chiesa - manca, salvo rare eccezioni, una normativa chiara e coerente per le sonde geotermiche in generale e per le differenti tipologie di impianto in particolare, mentre in ambito europeo esistono, invece, degli standard e dei codici ben precisi su efficienza, sicurezza e durata degli impianti; sulla protezione ambientale relativa alla tecniche di perforazione e di posa degli scambiatori; sul rilascio di concessioni per lo sfruttamento della risorsa geotermica e sulla certificazione di abilità e qualità di installatori e perforatori. ” Il ruolo dell’Agenzia Parma Energia di supporto progettuale tecnico scientifico verso le strutture della PA e divulgativo-informativo a tutti i soggetti privati e pubblici interessati ai temi dello sviluppo delle fonti di energia rinnovabile si riconferma dunque quanto mai indispensabile.



Fonte: Areté Comunicazione




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